SSD Samsung FB22-J VS Intel X-25M, sfida ai vertici
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Sfida ai vertici nel campo dei Solid State Drive, dove lunità Samsung FB22-J sfiderà Intel X-25M. Incluse nella comparativa anche le unità G.Skill Titan e OCZ Apex, nominalmente vicine in termini di prestazioni dichiarate. Ancora una volta, in campo dei Solid State Drive riserva sorprese, gradite e non.

Passa il tempo, ma spesso mi trovo di fronte ad una domanda, sia mia che rivoltami da amici e lettori: "mi conviene passare ad un Solid State Drive?". Chi mi rivolge questa domanda non sa di mettermi in imbarazzo, costringendomi a fornire una risposta che detesto dare: "Dipende". Dipende sottointende e in qualche modo anticipa una risposta più articolata, è una non risposta che costringe ad aprire incisi, parentesi e distinguo nei quali è facile perdersi. Cercherò con voi di rinfrescarmi la memoria. Labbassamento dei prezzi delle unità Solid State, che fanno delladozione di chip memoria al posto dei piatti rotanti degli hard disk tradizionali il loro punto di forza, sta facendo nascere nellutenza più esigente la tentazione di possederne una. Vantaggi innegabili: i Solid State Drive non hanno parti in movimento rendendoli meccanicamente quasi indistruttibili, specie in ottica PC portatile. Consumano un po meno dei cugini rotanti, sebbene le differenze siano minime. Sono assolutamente silenziosi e non richiedono deframmentazioni, poiché la gestione delle scritture viene gestita in maniera totalmente differente rispetto ai dischi tradizionali. Arrivando al discorso prestazioni, si entra nel fastidioso mondo del dipende. Una certezza: i tempi di accesso sono inferiori di quasi 3 ordini di grandezza rispetto ai dischi tradizionali, fattore che dovrebbe incidere sensibilmente sulle prestazioni generali del sistema. Dovrebbe. Nel corso dei recenti articoli sullargomento SSD ho cercato di mettere in evidenza i comportamenti anomali di alcune unità che, almeno sulla carta, dovevano essere un bel po più performanti del miglior disco da 2,5 pollici tradizionale sul mercato. Alla prova dei fatti i test hanno fornito risposte ben diverse, con problemi di natura difficilmente indagabile nello specifico ma ascrivibili quasi esclusivamente alla bontà del controller utilizzato. Già, poiché non bastano chip memoria di qualità per fare di un Solid State Drive ununità performante: è il controller che organizza e gestisce i flussi di lettura e scrittura armonizzando il lavoro contemporaneo di più chip, decretando il trionfo o la disfatta nel campo delle prestazioni. Riprenderò le fila dellarticolata risposta figlia del dipende nelle conclusioni, per aggiungere un elemento in più nel mio quadro di giudizio, ovvero il modello commercializzato da Samsung tanto atteso. Nella miriade di SSD in commercio ve ne sono alcuni che spiccano per soluzioni originali: se da Taiwan giungono spesso modelli rimarchiati spesso molto simili se non identici fra loro, vi sono prodotti come quelli di Intel e Samsung che costituiscono interpretazioni personali del tema SSD. Analizzato il modello Mainstream di Intel, passo quindi con interesse al modello Samsung PB22-J.
Lunità SSD Samsung PB22-J, come la proposta Intel, non è disponibile direttamente al pubblico, ma viene offerta agli assemblatori. Se per Intel esiste una scappatoia (le unità Kingston che di fatto sono dei rimarchiati Intel), non mi risulta che ad oggi si possa contare su qualcosa di simile anche per questo modello Samsung.
PB22-J è il nome di una famiglia di Solid State Drive comprendente tre modelli, differenziati per capienza e form factor. Quella in test è lunità da 2,5" con capienza di 256GB, equipaggiata con chip di tipo MLC e accreditata di una velocità in lettura di 220MB al secondo, di poco superiore ai 200MB al secondo annunciati per la velocità in scrittura. Il modello più piccolo da 1,8" vanta le stesse prestazioni, mentre la capienza scende a 128GB. Ultimo della famiglia, su cui non ci soffermeremo, è un modello destinato allintegrazione in modelli molto particolari, essendo contraddistinto da un design 1,8" slim, con prestazioni e capienze inferiori. Ad accomunare tutte le unità troviamo il consumo, contenuto in 1,5W in piena operatività e 0,15W in idle, così come il MTBF di 1 milione di ore. Altro elemento comune, dato ormai per scontato nelle unità di storage interne, è ladozione dellinterfaccia SerialATA 3Gbps.

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